IL CAPPOTTO

Lo spettacolo rielabora l’immaginario surreale del racconto ottocentesco di Nikolaj Gogol’ mettendolo in relazione con l’oggi. Una comunità di uomini abita su un territorio freddo, ventoso, ostile. A renderne difficile la vita alla natura si aggiunge la città, la sua organizzazione, la sua ideologia. Tutto viene valutato in un’ottica connessa al potere. Anche in ciò che è indispensabile, come un cappotto, viene visto come strumento di distinzione sociale, un simulacro del proprio posto nella società. In questa città ossessionata dal tarlo della promozione sociale, vive un elemento estraneo, emarginato, collocato al punto più basso della scala gerarchica e senza possibilità di ascesa. Si chiama Acachi (nome buffo …ma nobile, dal greco “privo-di-male”). È un impiegato che vive dell’amore per il suo lavoro, al quale si rapporta come a una missione, a un’arte e che non si cura di tutto il resto.
Quando però si troverà nella necessità di farsi un cappotto nuovo comincerà per lui un’avventura inaspettata, meravigliosa e drammatica che lo metterà in rapporti inattesi con la città. Rapporti che genereranno diverse peripezie e un finale fantastico.

Cantiere Obraz/ Teatro dell’Elce
in collaborazione con Postop Teatro

Con il sostegno di REGIONE TOSCANA – CENTRO DI RESIDENZA DELLA TOSCANA (Armunia Castiglioncello – Capotrave/Kilowatt Sansepolcro) – CATALYST nell’ambito del progetto “Residenze” Art. 43 – Mic e Regione Toscana – VERA STASI Tuscania “ Danza/Progetti per la scena 2020” – TEATRO DI CESTELLO Firenze

da N. V. Gogol | Regia di Alessio Bergamo

con

Angelica Azzellini
Alessandra Comanducci
Domenico Cucinotta
Massimiliano Cutrera
Erik Haglund
Stefano Parigi

Scenografie e costumi Thomas Harris

Luci Lorenzo Cardelli

Aiuto regia Michela Cioni

Assistente alla scenografia Antonella Longhitano

Ufficio Stampa Camilla Pieri

Organizzazione Paolo Ciotti